Arigato |
Grazie |
Banzai |
Viva! Lett.: “10000 anni” (augurio di lungo regno che veniva gridato al passaggio dell’imperatore) |
Budo |
La via marziale |
Dogi |
Uniforme |
Dojokun |
Le regole del dojo |
Domo arigato gozaimashita |
“grazie molto” in giapponese. Alla fine dell’allenamento è corretto inchinarsi e ringraziare l’istruttore ed i colleghi di allenamento |
Gassho |
Saluto a mani giunte |
Hajime |
Il comando per iniziare un esercizio, un kata o il kumite |
Hai |
“sì” |
Hombu dojo |
Dojo principale di una scuola, tipicamente diretto dal soke della scuola o da un suo successore |
Hontai |
Presenza di spirito, attenzione, stato di allerta sensoriale e mentale |
Iye |
No |
Kamae te |
Il comando dato dall’istruttore agli studenti per eseguire un determinato esercizio (o andare in una posizione specifica) |
Kihaku |
Spirito |
Kimochi |
Il sentimento che lega maestro e allievo nelle arti marziali tradizionali. |
Kiritsu |
Al comando ci si alza in piedi e può iniziare o terminare la lezione |
Kun |
Regola |
Kuro obi |
La agognata cintura nera |
Makoto |
Sincerità. Spirito scevro da sovrastrutture e perciò libero da costrizioni, spontaneo, veritiero. |
Matte |
“attendete” |
Mawarikomi |
Girare |
Mawatte |
Comando dato per far girare di 180 gradi gli studenti |
Modotte |
Ritorno alla posizione originale |
Mokuso |
Meditare, socchiudere gli occhi, svuotare i pensieri dalla mente |
Mokuso yame |
Fine del mokuso dopo circa 10 secondi |
Mushin |
Spirito libero, senza attaccamenti e fissazioni. Mente vuota, lett.: “non mente” |
Naotte |
Riposo |
Narande |
Fare la coda |
Onegai shimasu |
“benvenuto ad allenarti con me” oppure, letteralmente “ti richiedo”. E’ detto al partner quando si inizia la pratica. Più noto con le abbreviazioni “osu” e “oss” |
Oss o osu |
Abbreviazione di “onegai shimasu” significa “benvenuto ad allenarti con me” oppure, letteralmente “ti richiedo”. E’ detto al partner quando si inizia la pratica.
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Otagai ni rei |
Saluto tra gli allievi sempre rivolti in avanti, (sottinteso di pari condizione) |
Rei |
“rispetto”. L’inchino è un modo di mostrare rispetto nella cultura giapponese. E’ corretto per i più giovani inchinarsi più in basso rispetto ai più anziani |
Reigi |
Etichetta. Chiamato anche reishiki. L’osservanza dell’etichetta tutte le volte (specialmente quella del dojo) è importante quanto la pratica delle tecniche. L’osservanza dell’etichetta mostra la propria sincerità, la volontà di imparare e il riconoscimento dei diritti e del rispetto degli altri |
Ritsu rei |
Saluto tradizionale in piedi |
Schtoz o chui |
Attenzione! |
Seiza |
Comando dato dal sempai di turno per il saluto tradizionale da seduti |
Sensei ni rei |
Inchinarsi al maestro |
Shibumi |
Severo, sobrio, di buon gusto. Concetto tipicamente zen che indica la semplicità, la bellezza poco appariscente, l’eleganza e la sobrietà che derivano dall’essere essenziali, privi di fronzoli o sovrastrutture. Il “kara” di karate può essere interpretato come una espressione di shibumi. Anche detto “shibui” |
Shomen ni rei |
Inchinarsi di fronte al dojo che intende esprimere rispetto verso la scuola, la sua storia, il suo fondatore e i suoi appartenenti, nelle manifestazioni è il saluto al pubblico |
Tachi rei |
Saluto in piedi |
Tai |
Condizione di quiete |
Tatte |
Rialzarsi |
Ura |
Contrario, nascosto |
Yame |
“fermarsi” |
Yasume |
Riposo. Termine usato dall’istruttore per indicare agli studenti di rilassarsi |
Yoi |
Pronti !, attenzione! |
Za-rei |
Saluto tradizionale giapponese dalla posizione di seiza |
Zen |
Branca del buddhismo e forma di meditazione |